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Sedie in plastica

Sedie in plastica: il design del polimero si fa strada nelle sedute di effetto. Scopriamo insieme i modelli più famosi nella storia

di Redazione

09 maggio 2013

sedie plastica design

Il design materico

I materiali polimerici generalmente chiamati “plastiche” spesso anche con accezione di basso livello o qualità, non sono abbastanza conosciuti o apprezzati per la loro particolare e poliedrica natura, innovazione e caratteristiche intrinseche. Esistono moltissimi materiali plastici ognuno con caratteristiche diverse, specifico per un determinato uso, stampaggio o lavorazione. Ad esempio, le plastiche sono spessissimo impiegate nell’arredo interno ed esterno. Particolare importanza nella storia della plastica ha l’ingegnere chimico Giulio Castelli, che con le sue ricerche in materia, ha fondato nel 1949 la Kartell, prima azienda produttrice a livello industriale di oggetti in plastica. Le sedie in plastica per interni ad esempio, hanno avuto un boom negli anni 60, con la prima sedia realizzata in unico stampo su progetto di Joe Colombo nel 1965, la sedia No. 4860, prodotta da kartell. In foto: Design Stefano Giovannoni da Magis - Sedia Murano Vanity Chair

Produzione industriale in plastica

Con il passare degli anni sono state sempre più le sedie in plastica di design progettate e realizzate per gli ambienti interni, ma anche propense per un uso all’esterno. Kartell ancora oggi è la principale produttrice di questi elementi polimerici, che con lo scorrere del tempo hanno assunto valore storico, morale, filologico. In se, la plastica secondo il suo modello di plasmazione, assume valenze di ogni tipo, come un grande valore, una forza estetica e un’importanza sociale più di quanto non possa essere da semplice materia prima. Ne è esempio la seduta a sbalzo Panton Chair del designer danese Verner Panthon, prodotta da Vitra. Questa seduta sfrutta la resistenza della curvatura materica con stampaggio a iniezione per realizzare un elemento monoblocco che all’occhio pare una scultura polimorfa stilizzata in linee semplici e dirette. Altra proposta di Kartell la seduta Victoria Ghost, dalle forme baroccheggianti impresse nel profilo della forma, riempie di luce con la sua trasparenza neutra o colorata, la più buia delle sale da pranzo. Magis propone invece la Murano Vanity Chair, eleganza e stile lineare dalle forme ammorbidite, realizzata in policarbonato con le gambe trasparenti, disponibile in più colori. In foto: sedia Victoria Ghost di Kartell

Nameless plastic chairs

Non necessariamente le sedie in plastica devono avere un nome. Se ci fermiamo a pensare, troviamo nei giorni nostri tantissimi esempi di sedute in materiale polimerico, dal costo basso e sconosciute al mondo del design. Questo è il risultato della ricerca degli anni passati, di chi il nome ce l’ha perché ha influito sulla sperimentazione, sulla storia sia materiale che progettuale, dando modo di poter applicare le tecnologia sodata a livello più popolare, come ad esempio le sedute in materiale plastico dell’ikea. Inoltre, spesso notiamo che nelle sedute in plastica, ci sono zigrinature e nervature che danno un particolare effetto decorativo, ma in realtà sono progettate soprattutto per irrigidire la struttura: infatti le plastiche stampate in spessori minori necessitano di sezioni non lineari per poter sostenere gli stessi carichi delle altre. In foto: sedia Shell di Reflex

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