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Affitto a riscatto

Affitto a riscatto una pratica finanziaria molto interessante ma poco conosciuta. In cosa consiste? Quando è possibile? A chi conviene? Ecco come affrontare un particolare contratto di acquisto.

di Redazione

02 luglio 2015

casa in affitto

L'affitto a riscatto

L'arrivo del rogito è nell'Italia contemporanea un traguardo ormai considerato non attuale o addirittura improbabile. Le difficoltà economiche sono piuttosto diffuse e la disponibilità al mutuo di molto ridotte. L'affitto a riscatto è una delle soluzioni emerse dal mercato per tentare di compensare e calmierare una situazioni complessa dal punto di vista finanziario e sociale. Gli inquilini, spesso, trovano nella locazione la soluzione estrema non sperata, i proprietari disperano di poter finalmente vendere quell'appartamento comprato come investimento qualche anno prima. Ecco, questo particolare tipo di contratto riesce a accordare le necessità dell'uno con i bisogni dell'altro: per definire questa pratica in parole semplice potremo dire che dal prezzo finale dell'immobile viene detratto quanto già versato in canoni di locazione nel corso degli anni. Sostanzialmente sarà stipulato, perciò un normale contratto di locazione con l'aggiunta di una specifica opzione: la proprietà potrà essere riscattata entro un lasso di tempo concordato ad un prezzo preventivamente stabilito.

Quali sono i vantaggi

Quali sono i vantaggi di questo particolare contratto di affitto a riscatto? E' un accordo finanziario vantaggioso per entrambe le parti in gioco, particolarmente durante la crisi finanziaria degli ultimi anni. Gli affittuari con difficoltà potrebbero recuperare il venti percento del valore dell'immobile, somma mediamente necessaria per attivare un mutuo con una qualunque istituzione finanziaria o bancaria. Invece, in questo modo, le mensilità versate si trasformano in rate del prezzo finale stabilito, e c'è sempre la possibilità di intervenire con un mutuo di entità minore per saldare la rimanenza non saldata a scadenza del contratto, così da non perdere le quote già versate. Vantaggi vengono anche dalla possibilità di fissare preventivamente il costo così da mettersi a riparo dalle possibili fluttuazioni del mercato immobiliare. Per quanto riguarda il proprietario i vantaggi sono numerosi: la continuità delle entrate assicurate dal versamento di un canone mediamente più alto degli standard di mercato, e la possibilità di vendere un immobile altrimenti destinato a diventare, nel tempo, un investimento a rischio perdite o costi imprevisti.

Gli svantaggi del contratto

Naturalmente la pratica del contratto di affitto con patto di futura vendita presenta anche alcuni svantaggi per entrambe le parti. Nell'incertezza economica attuale, ad esempio, esiste la possibilità che dopo qualche anno l'inquilino decida di non avvalersi dell'opzione di riscatto e continuare a pagare il canone. A questo punto il modello salta e per il proprietario viene meno una delle caratteristiche più interessanti del contratto. D'altra parte, se l'inquilino rinuncia alla possibilità di diventare il nuovo proprietario si troverà davanti ad una perdita economica notevole: avrà sostenuto un affitto maggiorato senza aver ricavato alcun vantaggio finale. Non solo: i proprietari devono essere consapevoli che così facendo rinunciano alla possibilità di incassare immediatamente una cifra notevole a fronte di un dilazionamento in più anni con l'incertezza sulla conclusione del contatto. Per l'inquilino, allo stesso tempo, il riscatto è certamente un traguardo appetibile, ma dovrà essere pronto a versare quote mensili mediamente più alte a parità di offerta di mercato: questo per bilanciare la perdita potenziale del proprietario.

La situazione italiana

La situazione italiana è una situazione piuttosto particolare. Nei paesi anglosassoni questa pratica finanziaria è piuttosto diffusa ed è chiamata buy to rent. In Italia è un tipo di contratto in grado di far incontrare economicamente le necessità di giovani coppie o di privati senza capitali di partenza e proprietari con la volontà di investire il capitale trasferendolo da beni rifugio, come quelli immobiliari, ad altre speculazioni. Oltre ai classici proprietari è un metodo utilizzato negli ultimi tempi, anche da imprese di costruzioni che si trovino a dover sostenere immobili invenduti nel tempo. Proprio in Italia, però, questa particolare formula del contratto di affitto non è contemplata dalla legislazione in materia. Certo, vendita e locazione sono ben regolamentati e previsti c'è, però, un vuoto legislativo che preveda la compresenza delle due necessità. Bisognerà, perciò, prestare la massima attenzione e tentare di tutelarsi nel migliore dei modi facendo ricorso agli istituti giuridici esistenti.

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