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Cosa bisogna sapere sul pignoramento della prima casa

Quali sono i casi in cui il pignoramento della casa è un rischio concreto e quali, invece, le circostanze lo rendono impossibile? Qua trovi tutte le risposte.

di Redazione

18 giugno 2018

Come funziona il pignoramento della prima casa

Come funziona il pignoramento della prima casa

Il pignoramento della casa è l’incubo di chi ha contratto un debito importante e ha difficoltà a estinguerlo. Conoscere bene l’argomento e informarsi sui propri diritti, però, aiuta a ridimensionare i timori e a muoversi nel modo giusto. Procediamo con ordine e iniziamo col dire che nel giugno 2013 il Governo Letta ha emanato il cosiddetto “Decreto del fare” che prevede, fra l’altro, l’impignorabilità della prima casa; più precisamente è stato stabilito che “se l’unico immobile di proprietà del debitore è adibito ad abitazione principale non può essere pignorato, ad eccezione dei casi in cui l’immobile sia di lusso o comunque classificato nelle categorie catastali A/8 e A/9”. Non solo. Per quanto riguarda gli altri immobili, il valore minimo del debito che autorizza il creditore a chiedere l’esproprio dell’immobile è stato portato da 20mila euro e 120mila euro. Tornando alla prima casa, dunque, l’agente di riscossione (cioè l’Agenzia delle Entrate) per fortuna non ha più la facoltà di procedere con il pignoramento a meno che non si tratti di una villa, un castello o un palazzo di enorme valore. C’è, però, un problema di non poco conto. L’impignorabilità della prima casa, infatti, riguarda esclusivamente il Fisco e non i soggetti privati, per esempio le banche, eventuali fornitori, amministratori di condominio. Questo significa, per continuare con gli esempi, che se un cittadino accende un mutuo ipotecario e poi accumula ritardo nel pagamento delle rate, l’istituto di credito è libero di attivare un procedimento esecutivo nei suoi confronti, chiedendo appunto il pignoramento della prima casa per poi metterla all’asta e soddisfare così il proprio credito.

La legge “anti pignoramento” prima casa

Nel 2013 il Decreto del fare ha introdotto il regime dell’impignorabilità della prima casa, che però “protegge” soltanto dal Fisco e non dai creditori privati. Facciamo inoltre presente che il termine “prima casa”, in realtà, risulta improprio e sarebbe più corretto utilizzare “unica casa”. Spieghiamo meglio. Se il contribuente indebitato possiede una prima casa e una casa per le vacanze, ad esempio, il creditore ha la possibilità di aggredire entrambe le proprietà. Se invece è titolare di un solo immobile, allora l’Agenzia delle Entrate non può percorrere la strada del pignoramento. Poniamo l’accento anche sul fatto che si parla di “immobili” e non di “case”, quindi se il contribuente ha intestata la casa in cui vive e anche un piccolo appezzamento di terra, la casa può essere pignorata in quanto non è l’unico immobile a lui appartenente. Nel caso di garage, cantine box e pertinenze dell’abitazione, se sono accatastate autonomamente si può stare tranquilli in quando non incidono sul suddetto requisito della unicità.

Come evitare il pignoramento della prima casa

Ricapitolando, si evita il pignoramento della prima casa da parte del Fisco se quella stessa casa è l’unica che si possiede, se coincide con la residenza, se non si acquistano altri immobili nemmeno come comproprietari e se non si tratta di una dimora di lusso. Se il creditore è un privato, però, può invece richiedere il pignoramento. Anche per cifre basse e anche se il debitore si trova in difficoltà economiche oggettive. Qualcuno ritiene che la prima casa sia inattaccabile nel caso in cui faccia parte del fondo patrimoniale, ma in realtà le cose non stanno esattamente così. Nell’eventualità in cui i debiti siano stati contratti per la necessità della famiglia (quindi debiti tributari), infatti, il fondo patrimoniale non difende l’unico immobile dal pignoramento. Per fare un esempio concreto, le spese condominiali sono insensibili alla presenza del fondo e quindi il legale nominato dall’amministratore può chiedere che venga pignorato l’appartamento di chi non sta pagando. Invece gli altri creditori, cioè quelli riconducibili a esigenze voluttuarie o speculative, non hanno mai la possibilità di “mettere le mani” fondo patrimoniale.

Pignoramento prima casa per debiti: cosa fare

Veniamo alla domanda più critica: in che modo è possibile evitare che un soggetto privato, a cominciare da una banca, chieda il pignoramento della prima casa? Il primo consiglio è quello di cercare un accordo col creditore, il quale sarà sicuramente interessato a una conciliazione in quanto il pignoramento è un procedimento assai lungo e privo di esiti certi. Si tenga presente che a volte, nonostante più aste, la casa resti invenduta e quindi il giudice può predisporre la sospensione oppure l’estinzione dell’esecuzione. Capita, inoltre, che il debitore si metta d’accordo con un’altra persona che propone una causa di accertamento di usucapione; quest’ultima, in caso di vittoria, ha un valore retroattivo. Di conseguenza l’immobile diventa proprietà del soggetto intervenuto e i creditori non hanno più modo di chiederne il pignoramento. Si tratta di un metodo indubbiamente poco ortodosso, tuttavia non è sempre facile per il creditore trovare la prova che lo dimostri. Subentra anche una questione di coscienza, dunque.

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