Norme

Denuncia di successione

Al momento della morte di un congiunto, è necessario effettuare una denuncia di successione; questo atto in Italia si chiama dichiarazione di successione.

di Redazione

26 ottobre 2014

Denuncia di successione

La denuncia di successione

La denuncia di successione si chiama oggi dichiarazione di successione; è un documento, che i parenti del defunto devono presentare all'Ufficio dell'Agenzia delle Entrate più vicino al luogo in cui risedeva il parente ormai deceduto, entro un anno dal decesso. Tale dichiarazione è obbligatoria se il defunto possedeva immobili o altri beni il cui valore, anche sommato, raggiungeva almeno i 25.823 euro. Dopo aver dichiarato l'avvenuta successione, è necessario effettuare la voltura dei beni, suddividendoli per ogni singolo erede avente diritto. Per la denuncia di successione non è obbligatorio contattare un professionista, come un notaio o un avvocato, perché si tratta semplicemente di comunicare all'Agenzia delle Entrate un decesso e la conseguente successione in atto; il notaio o l'avvocato andranno invece contattati in fase di voltura dei beni entrati in asse ereditario, per poter effettuare la voltura e le eventuali divisioni secondo la legge o le richieste del defunto.

Denuncia di successione: la documentazione

Nel momento in cui è necessario effettuare una denuncia di successione ci si deve recare all'Ufficio dell'Agenzia delle Entrate più vicino, per presentare la dichiarazione di successione. Si tratta di compilare un Modulo apposito, disponibile presso l'Ufficio in cui si presenta la dichiarazione. Assieme al Modulo di Dichiarazione di Successione è necessario e obbligatorio presentare una serie di documenti, che attestino l'avvenuta morte e che dichiarino l'esistenza dei bene che entrano nell'asse ereditario. Si tratta di presentare dunque un certificato di morte, o una dichiarazione sostitutiva, l'autocertificazione dello stato di famiglia del defunto al momento della morte, autocertificazione dello stato di famiglia degli eredi, la visura catastale di ogni bene immobile posseduto dal defunto, una copia del testamento (se esistente), eventuali dichiarazioni e certificati rilasciati da Banche o altre aziende per notificare la presenza di conti correnti, depositi, assicurazioni sulla vita. Per quanto riguarda i beni immobili, dal 2012 la legge italiana prevede una autocertificazione del dichiarante che indichi i dati catastali delle proprietà.

Denuncia di successione: chi la deve fare

La denuncia di successione deve venire effettuata entro 12 mesi dalla morte del defunto, sono tenuti alla dichiarazione di successione i parenti più prossimi, eventuali amministratori dei beni che entrano nell'asse ereditario, coloro che entrano in possesso temporaneo dei beni nel caso di morte presunta non ancora certificata dalla presenza di un cadavere, eventuali esecutori testamentari, i trust che gestiscono i beni. Se queste figure sono presenti tutte contemporaneamente, o sono in numero maggiore di uno, è sufficiente che una singola persona giuridica presenti la denuncia; una volta deciso chi presenterà la dichiarazione, non è necessario che qualcun'altro duplichi il documento, presentando una seconda dichiarazione. Come dicevamo, per consegnare la dichiarazione di successione all'Agenzia delle Entrate non serve contattare un notaio o un avvocato, in quanto si tratta semplicemente di produrre dei certificati che attestino l'avvenuta morte e la consistenza patrimoniale del defunto. Se i beni sommati non raggiungono la cifra di 25823 euro, e gli unici eredi sono il coniuge e i figli, non è necessario effettuare la denuncia di successione.

Il pagamento delle imposte

Nel momento in cui un defunto lascia in eredità dei beni il cui valore ammonta ad una cifra superiore ai 25823 euro, è necessario effettuare una denuncia di successione; a tale denuncia segue il pagamento delle imposte, secondo le leggi vigenti. Sono oggi presenti tre sole aliquote, che vanno applicate a seconda del legame degli eredi con il defunto: i parenti in linea retta genitori, figli e coniuge) pagano il 4% del valore dell'eredità; fratelli e sorelle pagano il 6%; altri parenti, in linea retta fino al 4° grado, in linea collaterale fino al 3° grado pagano il 6%; tutti gli altri pagano l'8%. Per i parenti in linea retta di primo grado, i fratelli e le sorelle, la legge prevede una franchigia di 100.000 euro: ciò significa che sulla tassa da versare viene applicato una sorta di "sconto" di 100.000 euro; se l'erede sia portatore di handicap grave, la franchigia è di 1.500.000 euro. Se i beni comprendono degli immobili sarà necessario saldare una imposta catastale pari all'1% del valore e una imposta ipotecaria pari al 2% del valore. Se uno o più eredi degli immobili possono usufruire di agevolazioni per la prima casa, l'imposta è fissata a 200 euro.

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