Costi del cambio di destinazione d'uso
Effettuare un cambio di destinazione d'uso ha dei costi che sono variabili in base a diversi fattori, di conseguenza non è possibile stabilire in modo specifico un possibile esborso senza considerare la situazione concreta. La prima cosa da tenere in considerazione è il costo relativo agli onorari dei professionisti che devono predisporre gli atti necessari per il cambio di destinazione d'uso ed effettuare eventuali progetti. Gli atti da compiere variano in base al Comune in cui si trova l'immobile e alle modifiche che occorre effettuare. Devono poi essere versati gli eventuali oneri di urbanizzazione, variabili in base ai comuni, infine, gli oneri per i lavori eventuali. Possibile anche una variazione delle tasse per i servizi come la TASI o TARI e l'IMU, in questo caso però potrebbe anche esservi, in seguito alla modifica di destinazione d'uso, una riduzione del dovuto. Fonte foto:http://blog.soldionline.it
In cosa consiste per un immobile
Abbiamo visto in precedenza che, in base alle varie pronunce giurisprudenziali, non basta usare in un determinato modo un immobile perché abbia la classificazione catastale corrispondente, ma occorre effettuare dei passaggi burocratici obbligatori. Le categorie catastali entro le quali un immobile può essere inserito sono diverse: residenziale, commerciale, terziaria, produttiva-manifatturiera, agricola. Nel caso pratico, è necessario eseguire un cambio di destinazione d'uso quando si vuole adibire un appartamento in attività commerciale o il contrario, è possibile eseguire un cambio di destinazione d'uso anche se si vuole trasformare un garage in appartamento. Queste modifiche devono essere registrate in quanto al cambio di destinazione d'uso è connesso anche una modifica del valore dell'immobile e della relativa rendita e quindi vi sono variazioni anche nelle imposizioni fiscali. Fonte foto:http://www.torange-it.com
E' sempre possibile cambiare?
Prima di procedere ad un cambio di destinazione d'uso immobile è bene fare dei controlli preventivi in quanto tale possibilità a volte è preclusa. La prima cosa da fare è controllare il Piano Regolatore Generale che tutti i comuni devono adottare. In esso è prevista la divisione del territorio stabilendo anche le attività che in una determinata zona possono essere esercitate, ad esempio è possibile che un immobile dichiarato come produttivo-manifatturiero non possa essere trasformato in abitazione perché la zona in cui è collocato non lo consenta. Fatta questa prima valutazione occorre considerare i rapporti tra i volumi e le fonti di aerazione, perché non sempre è possibile trasformare un garage in appartamento. Può, infine, essere necessario eseguire dei lavori affinché il passaggio da una destinazione ad un'altra sia possibile, come, ad esempio, l'allaccio del gas per trasformare un ufficio in un appartamento. Fonte foto:http://www.ideegreen.it
Documenti necessari per cambio destinazione immobili
Per il cambio di destinazione d'uso immobili, dal punto di vista comunale, se non occorre eseguire lavori di ristrutturazione importanti, che quindi richiedono un'autorizzazione specifica, basta presentare una SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività, con la firma di un tecnico abilitato. In alcuni comuni è possibile procedere con una DIA, Dichiarazione di Inizio Attività (legge 122 del 2010), questa non richiede la sottoscrizione di un tecnico. Oltre a tali formalità, per aggiornare il catasto è necessario recarsi presso l'Ex ufficio dell'Agenzia del Territorio per chiedere la modifica della destinazione d'uso. Resta infine la richiesta del certificato di agibilità al Comune in cui si trova l'immobile, questo è rilasciato in seguito alle verifiche circa il rispetto delle normative igienico-sanitarie e di conformità dell'immobile. Fonte foto: http://www.giustiziavera.altervista.org