Caldaia a condensazione: come funziona
Una caldaia a condensazione è una particolare tipologia di caldaia in grado di ottimizzare al meglio i consumi. Infatti, al contrario di quelle tradizionali, queste caldaie riescono a recuperare gran parte del cosiddetto calore latente di condensazione, garantendo una maggiore efficienza e abbattendo i costi. Il calore latente è quel calore contenuto nel vapore acqueo che si genera attraverso la combustione che, con le normali caldaie, viene disperso nell’atmosfera attraverso i camini. Questa energia, che rappresenta circa l’11% di quella generata, viene dunque sprecata dalle caldaie standard, non in grado appunto di recuperarla. Le caldaie a condensazione, invece, sono capaci di raffreddare i fumi grazie ad uno scambiatore che li fa tornare allo stato liquido o di vapore acqueo, per poi riutilizzarli. Questa capacità prescinde dal tipo di combustibile, sia esso GPL, metano o gasolio, anche se il recupero di energia avviene in quantità diverse: infatti, la differenza tra potere calorifero superiore e potere calorifero inferiore dei combustibili, dove il primo tiene conto del fenomeno della condensazione mentre il secondo non ne tiene conto, è dell’11% per il metano, del 6% per il gasolio e dell’8,4 per il butano. Inoltre, la temperatura dei fumi, più bassa nelle caldaie a condensazione rispetto a quelle tradizionali, permette di ridurre la quantità di calore disperso. Sempre grazie al minor calore dei fumi, circa 80° contro i 100° dei modelli più comuni, è possibile per le caldaie a condensazione usare sistemi di fumisteria in PVC, materiale sciuramente più versatile da istallare e anche più economico dell’acciaio comunemente utilizzato. Questo incide anche sull’istallazione, che risulterà in linea di massima più semplice e veloce, anche se nelle caldaie a condensazione bisogna considerare di istallare degli scarichi di condensa necessari per lo smaltimento della risulta a base acida. Ovviamente, per operare una scelta oculata, è necessario analizzare il sistema di riscaldamento di cui si dispone, le caratteristiche della propria abitazione e la zona in cui si abita. Infatti, le caldaie a condensazione garantiscono maggiore funzionalità alla basse temperature, dunque sarà più razionale scegliere questa caldaia particolarmente efficiente in caso di appartamenti molto grandi, dunque più freddi. Al contrario, in una casa piccola che magari viene riscaldata solo poche ore al giorno, potrà essere maggiormente appropriata una soluzione tradizionale, anche alla luce dei diversi costi di acquisto. Inoltre, bisogna considerare che, nell’ottica di un significativo risparmio energetico, è necessario che l’abitazione sia ben isolata per non disperdere il calore. La maggiore efficienza della caldaia a condensazione e il suo grado di rendimento superiore al 98% potrebbero infatti essere vanificati qualora l'appartamento o la villa non siano opportunamente isolate.
I costi di una caldaia a condensazione
Il problema maggiore che ostacola la diffusione della caldaia a condensazione attiene inevitabilmente agli alti costi da sostenere rispetto ad una soluzione standard, che ammonta a circa il doppio. Se dunque una caldaia tradizionale costa tra le 500 e le 1000 euro a seconda dei modelli, una caldaia a condensazione delle più evolute può costare anche oltre i 2000 euro. E questo nonostante negli ultimi tempi i prezzi siano calati in maniera anche sensibile rispetto al passato. Bisogna dunque calcolare bene il costo-opportunità dell’investimento e il tempo entro il quale il risparmio di energia fa rientrare dalla maggiore spesa. C’è però un altro aspetto da considerare: dato che le caldaie a condensazione garantiscono un maggiore risparmio energetico, periodicamente lo Stato ha introdotto dei vantaggi fiscali per coloro i quali sostituiscono la loro vecchia caldaia standard con una a condensazione. Dunque, il consiglio è quello di informarsi sulla normativa vigente: attualmente, infatti, l’agevolazione fiscale prevede la detrazione del 65% della spesa, tanto per i singoli proprietari che per i condomini. Inoltre, come già detto, è essenziale considerare la tipologia del proprio riscaldamento: impianti troppo vetusti non permetteranno alla caldaia a condensazione di esprimere al meglio le sue potenzialità, e dunque il risparmio sarà poco significativo. Al contrario, impianti moderni come quelli a pannelli radianti che lavorano con acque a temperature più basse faranno funzionare a pieno regime la caldaia, garantendo un risparmio considerevole e i tempi per ammortizzare la maggiore spesa saranno inevitabilmente più brevi.
Smaltimento delle condense acide
La caldaia a condensazione produce una condensa che ha una base acida e, come tale, è necessario che venga smaltita correttamente perché rappresenta una minaccia per l’ambiente. A tal proposito, bisogna fare riferimento ad una normativa ad hoc, la UNI 11071, che prevede la presenza di due impianti di smaltimento separati: uno per eliminare la condensa proveniente dalla caldaia stessa ed uno per eliminare la condensa proveniente dal sistema di scarico dei fumi. A differenza del resto dei paesi europei, però, la normativa in Italia non prevede negli utilizzi civili particolari accorgimenti da adottare, perché questo materiale di risulta sarebbe abbondantemente neutralizzato dai detersivi e dai detergenti presenti nelle acque degli scarichi domestici che hanno un profilo altamente basico. Bisogna però considerare che, al di là degli scarti, proprio per il suo profilo acido la condensa può aggredire i tubi di scarico della nostra caldaia e danneggiarli irreparabilmente, con costi di riparazione elevati. E’ necessario dunque predisporre uno scarico per la condensa realizzato con materiali dalle caratteristiche particolari, capace di resistere al meglio all’ossidazione. Si dovrà dunque preferire lo stagno che, per le sue qualità tecniche, offre una maggiore capacità di sopportare la base altamente acida della condensa.